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Galleria Borghese

Galleria Borghese

Situata nel cuore verde di Roma, la Galleria Borghese offre una collezione unica di opere d'arte rinascimentali e barocche, immersa in una storica villa circondata da giardini pittoreschi.

  • Posizione
    Piazzale Scipione Borghese, 5

  • Costruito da
    Scipione Borghese nel 1613

  • Cosa vedere
    Opere di Bernini, Caravaggio, Tiziano, sculture antiche, giardini

  • Apertura
    Dal martedì alla domenica, 09:00 - 19:00

  • Prezzo
    Biglietto d'ingresso: €15, riduzioni disponibili

  • Come arrivare
    Stazione metro Spagna (Linea A)

Cosa vedere alla Galleria Borghese: le sale e le opere maggiori
La facciata di Villa Borghese, ornata da bassorilievi e sculture

Biglietti più venduti su ArcheoRoma

David di Gian Lorenzo Bernini alla Galleria Borghese

29 €

Scultura del Ratto di Proserpina alla Galleria Borghese, Roma

64 €

Roma Pass: la card ufficiale per trasporto pubblico e musei

58.50 €

Roma Pass

La Galleria Borghese, situata all’interno della Villa Borghese, è una delle gemme più preziose del patrimonio artistico e culturale di Roma. Questa villa storica, inizialmente residenza del Cardinale Scipione Borghese, nipote di Papa Paolo V, ospita una straordinaria collezione di arte rinascimentale e barocca, inclusi capolavori di Caravaggio, Bernini e Titian. Immersa in un grande parco, la villa offre un’esperienza unica, dove l’arte e la natura si fondono in un connubio indimenticabile, rappresentando un esempio eccellente di integrazione tra l’architettura del 1600 e il paesaggio romano.

Storia della Galleria Borghese

La Galleria Borghese, situata all’interno della Villa Borghese Pinciana, è uno dei luoghi più iconici del patrimonio artistico e culturale di Roma. La sua storia si sviluppa attraverso diverse fasi, a partire dalla fondazione della collezione privata del cardinale Scipione Borghese, passando per il periodo barocco in cui la villa divenne un palcoscenico per l’arte e l’architettura del Seicento, fino alla trasformazione in museo statale e agli interventi di restauro e aggiornamento degli ultimi decenni.

Fondazione e periodo barocco

Le origini della collezione

All’inizio del XVII secolo, il cardinale Scipione Borghese – nipote di Papa Paolo V – iniziò a radunare una collezione di opere d’arte che ben presto si rivelò tra le più prestigiose al mondo. Il gusto raffinato e la visione innovativa del Borghese permisero di acquisire capolavori del Rinascimento e del Barocco, da Caravaggio e Tiziano a Bernini, dando origine a una raccolta che, già sin da subito, simboleggiava l’eccellenza artistica e il potere mecenatico della famiglia.

La realizzazione della villa

Parallelamente alla costituzione della collezione, nel 1607 la famiglia Borghese decise di realizzare una villa nel parco del Pincio, area strategica a nord di Roma. Il progetto, affidato inizialmente a Flaminio Ponzio e successivamente completato da Giovanni Vasanzio, fu concepito per accogliere le opere d’arte in un contesto di eleganza e armonia architettonica. I riferimenti stilistici, ispirati alle ville italiane del Rinascimento (come Villa Medici e Villa Farnesina), si combinavano con un ampio portico e una terrazza riccamente decorata, creando un ambiente in cui arte e natura dialogano in modo indimenticabile.

L’epoca barocca

Con l’affermazione del Barocco, la villa e la sua collezione divennero simboli del dinamismo artistico romano. Il gusto barocco, caratterizzato da un’esuberanza espressiva e un’attenzione maniacale ai dettagli decorativi, trovò piena espressione sia nelle opere acquisite – come le sculture monumentali di Bernini – sia negli interventi architettonici e ornamentali che arricchirono l’edificio. La Galleria Borghese, in questo contesto, non era soltanto un deposito di opere, ma un ambiente vivo, in cui la disposizione degli spazi, le finiture e la luce contribuivano a creare una visione complessiva della magnificenza artistica.

La trasformazione in museo

L’acquisizione statale e l’apertura al pubblico

Nel 1891, tutte le opere d’arte conservate nelle dodici sale della quadreria di Palazzo Borghese in Via Ripetta vennero trasferite al piano nobile della Villa Borghese Pinciana. Questa operazione preparò il terreno per la trasformazione della villa in museo. Nel 1902, a seguito dell’acquisizione, da parte dello Stato italiano, delle raccolte facenti parte del Fidecommesso Borghese, la Galleria Borghese divenne ufficialmente un museo pubblico.
Il trasferimento della collezione avvenne con trattative lunghe e complesse, tanto da essere definito «l’affare del secolo», con la villa e il parco acquistati per tre milioni e seicentomila lire, cifra che, seppur modesta all’epoca, permise di conservare integralmente l’inestimabile patrimonio artistico.

I primi direttori e l’organizzazione museale

Il primo direttore della Galleria fu Giovanni Piancastelli (1845–1926), seguito nel 1906 da Giulio Cantalamessa, già responsabile delle gallerie dell’Accademia di Venezia. Queste scelte organizzative contribuirono a consolidare la reputazione della Galleria come istituto di eccellenza, aperto al pubblico e dedicato alla conservazione e alla valorizzazione dell’arte.

Restauri e aggiornamenti

Nel corso del XX secolo la Galleria Borghese ha subito numerosi interventi di restauro per preservare sia l’edificio che le opere d’arte. Nel 1983 il museo venne chiuso per un restauro completo durato quattordici anni, che permise di ripristinare l’aspetto originale degli intonaci, delle statue e della storica scalinata a due rampe. La riapertura avvenne nel giugno del 1997, restituendo alla Galleria il prestigio e la funzionalità di un tempo.

La Galleria oggi

Nel 2013 la Galleria Borghese è risultata essere il nono sito statale italiano più visitato, con quasi 500.000 visitatori, testimoniando il continuo interesse internazionale per il patrimonio borghese. Nel 2015, il ministro dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, Dario Franceschini, nominò Anna Coliva direttrice della Galleria, mentre dal novembre 2020 la direzione è affidata a Francesca Cappelletti. Questi aggiornamenti istituzionali hanno ulteriormente rafforzato la gestione e la promozione del museo, garantendo una costante valorizzazione della collezione e dell’edificio.

Il museo

La Galleria Borghese è un museo che espone una straordinaria collezione di arte rinascimentale, barocca e neoclassica, ospitata in un ambiente riccamente decorato. Le opere, accuratamente selezionate e raggruppate tematicamente, sono distribuite in sale che, ciascuna a suo modo, valorizzano la bellezza e la storicità dei capolavori esposti. Di seguito, viene presentato un percorso espositivo che non solo mette in evidenza l’eccellenza artistica delle opere, ma racconta anche la storia dell’arte attraverso i secoli.

Esposizione Museale

Le sale della Galleria Borghese sono state allestite per creare un percorso narrativo: ogni sala possiede una propria identità, definita dal tema trattato e dalle opere in essa ospitate. Di seguito, una panoramica dettagliata delle venti sale del museo.

Portico e Sala d’Ingresso (Salone di Mariano Rossi)

Questa area introduttiva accoglie i visitatori immergendoli nelle tematiche classiche. L’ambiente è arricchito da busti di imperatori romani, da un imponente mosaico che ritrae le lotte tra gladiatori e, a completare l’insieme, da una statua colossale di Bacco che domina lo spazio.

Opere rappresentative: busti classici, mosaico delle lotte e statua colossale di Bacco.

Sala I (della Paolina)

Precedentemente nota come “Sala del Vaso”, questa sala è caratterizzata da decorazioni con rilievi del XVIII e XIX secolo. Il suo elemento centrale è la scultura neoclassica di Antonio Canova, “Paolina Borghese come Venere Vincitrice”, che si integra armoniosamente con i dipinti della volta raffiguranti le “Storie di Venere e di Enea”.

Opera maggiore:

  • Paolina Borghese come Venere Vincitrice (Canova)

Sala II (di David)

Questa sala, nota anche come “Sala del Sole”, è caratterizzata dalla presenza centrale della statua del David di Bernini. Il soffitto è impreziosito da un affresco che raffigura “La caduta di Fetonte”, un’opera di Francesco Caccianiga ispirata alle “Metamorfosi” di Ovidio.

Opera rappresentativa:

  • Statua del David (Bernini)
  • Affresco “La caduta di Fetonte” (Caccianiga)

Sala III (di Apollo e Dafne)

In questa sala si trova la celebre scultura “Apollo e Dafne” di Bernini. Il soffitto, decorato con un tema in sintonia con la scultura, è arricchito da altre opere ellenistiche e romane che completano il dialogo tra mito e arte.

Opera maggiore:

  • Apollo e Dafne (Bernini)

Sala IV (degli Imperatori)

Decorata con lussuosi stucchi, marmi e pitture, questa sala è dominata dalla raffigurazione dei busti degli imperatori romani. Tra le opere più significative spicca il “Ratto di Proserpina” di Bernini, accompagnato dalla copia dell’“Artemis Borghese”.

Opera maggiore:

  • Ratto di Proserpina (Bernini)

Sala V (dell’Ermafrodito)

Questa sala ospita il celebre “Ermafrodito dormiente”, una scultura che esemplifica la bellezza delle forme miste. A completare l’ambientazione, un mosaico raffigura una scena di pesca, simbolo della vita quotidiana nell’antica Roma.

Opere rappresentative:

  • Ermafrodito dormiente
  • Mosaico a tema pesca

Sala VI (di Enea e Anchise)

La sala è caratterizzata dalla scultura “Enea, Anchise e Ascanio” di Bernini, che approfondisce il tema della pietas e della famiglia attraverso una rappresentazione intensa e drammatica, tipica dell’arte scultorea barocca.

Opera rappresentativa:

  • “Enea, Anchise e Ascanio” (Bernini)

Sala VII (Egizia)

Questa sala crea un suggestivo collegamento con l’antico Egitto grazie a un mosaico intricato risalente al II secolo, affiancato da sculture quali il “Satiro sul delfino”. L’ambientazione offre una visione dell’arte romana in stretto dialogo con quella egizia.

Opere rappresentative:

  • Mosaico egizio (II secolo)
  • Satiro sul delfino

Sala VIII (del Sileno)

Dedicata alle opere di Caravaggio, questa sala mette in risalto capolavori intensi e carichi di narrazione. Tra essi si distinguono “David con la testa di Golia” e “Fanciullo con canestro di frutta”, che testimoniano la rivoluzionaria tecnica del chiaroscuro dell’artista.

Opera maggiore:

  • David con la testa di Golia (Caravaggio)
Sala IX (di Didone)

Focalizzata sul Rinascimento italiano, questa sala raccoglie opere di grandi maestri quali Botticelli, Pinturicchio e Raffaello. Essa offre una panoramica sullo sviluppo artistico in Umbria e Toscana durante il Rinascimento, illustrando l’evoluzione dei temi e delle tecniche pittoriche.

Opere rappresentative:

  • Selezione di opere rinascimentali (Botticelli, Pinturicchio, Raffaello)

Sala X (di Ercole)

In questa sala vengono celebrate le imprese dell’eroe Ercole. Le opere esposte comprendono dipinti manieristi di artisti come Parmigianino e Correggio e sculture allegoriche, tra cui l’“Allegoria del Sonno” di Alessandro Algardi, che interpretano il mito con intensità drammatica.

Opere rappresentative:

  • Dipinti manieristi a tema ercoliano
  • “Allegoria del Sonno” (Algardi)

Sala XI (della Pittura Ferrarese)

Questa sala mette in luce l’influenza della scuola ferrarese attraverso opere di artisti come Mazzolino e Garofalo. Le opere riflettono le dinamiche culturali e artistiche di Ferrara, in particolare dopo l’annessione della città allo Stato Pontificio.

Opere rappresentative:

  • Opere della scuola ferrarese (Mazzolino, Garofalo)

Sala XII (delle Baccanti)

Dedicata alle opere del primo ‘500 dell’area lombardo-veneta, questa sala include pezzi di artisti come Lorenzo Lotto e Sodoma. Le opere qui esposte esplorano temi di misticismo e religiosità, tipici della pittura di quel periodo.

Opere rappresentative:

  • Selezione di opere del primo ‘500 (Lotto, Sodoma)

Sala XIII (della Fama)

Piccola ma di grande impatto, questa sala è decorata con l’“Allegoria della Fama” e ospita opere di maestri bolognesi. Essa sottolinea l’importanza del successo e della notorietà nell’arte del Quattrocento.

Opera rappresentativa:

  • “Allegoria della Fama”

Sala XIV (Loggia di Lanfranco)

Originariamente concepita come loggia aperta, oggi questa sala ospita l’affresco “Consiglio degli Dei” di Lanfranco, affiancato da sculture di Bernini. L’insieme celebra la grandezza mitologica e artistica che attraversa i secoli.

Opere rappresentative:

  • “Consiglio degli Dei” (Lanfranco)
  • Sculture di Bernini

Sala XV (dell’Aurora)

Questa sala espone opere che illustrano l’evoluzione del manierismo in Italia. Tra le opere di rilievo si trova “L’ultima cena” di Bassano, accompagnata da altri dipinti di Dosso Dossi che, insieme, evocano il sorgere di una nuova luce artistica.

Opere rappresentative:

  • “L’ultima cena” (Bassano)
  • Opere di Dosso Dossi

Sala XVI (della Flora)

Dedicata alla dea Flora, questa sala esplora il tema della natura e della sua bellezza. Attraverso opere di artisti come Marcello Venusti e Pellegrino Tibaldi, il Rinascimento viene reinterpretato in chiave mitologica, celebrando la fertilità e la ricchezza naturale.

Opere rappresentative:

  • Opere a tema Flora (Venusti, Tibaldi)

Sala XVII (del Conte di Angers)

Questa sala raccoglie una selezione di opere del Seicento, con una marcata influenza della pittura fiamminga e olandese. Essa riflette i vivaci scambi culturali tra l’Italia e il Nord Europa in quel periodo.

Opere rappresentative:

  • Collezione seicentesca di pittura fiamminga e olandese

Sala XVIII (di Giove e Antiope)

La sala espone capolavori del barocco fiammingo, tra cui spicca “Susanna e i vecchioni” di Rubens. Questa opera dialoga con temi di innocenza e corruzione, mettendo in luce il contrasto tra purezza e degradazione.

Opera rappresentativa:

  • “Susanna e i vecchioni” (Rubens)

Sala XIX (di Elena e Paride)

Decorata con narrazioni tratte dall’epopea troiana, questa sala ospita opere di artisti come Domenichino e Barocci che affrontano i temi dell’amore e della tragedia nella mitologia greca.

Opere rappresentative:

  • Selezione di opere a tema troiano (Domenichino, Barocci)

Sala XX (di Amore e Psiche)

Questa sala omaggia gli amori mitologici di Eros e Psiche, rappresentati attraverso le tele di maestri veneti quali Giorgione, Tiziano, Veronese e Bellini. Il percorso culmina con il celebre “Amor Sacro e Amor Profano” di Tiziano, simbolo dell’eterna dualità dell’amore.

Opera maggiore:

  • Amor Sacro e Amor Profano (Tiziano)

Opere maggiori

Oltre alle ricche collezioni distribuite nelle varie sale, la Galleria Borghese ospita alcune delle opere più emblematiche dell’arte occidentale. Questi capolavori non solo definiscono il nucleo della collezione del museo, ma sono anche fondamentali per comprendere l’evoluzione artistica dall’arte rinascimentale al neoclassicismo.

Apollo e Dafne (Gian Lorenzo Bernini, 1622 and 1625) – Sala III

Opera monumentale in marmo che immortala il mito di Apollo e Dafne, catturando il preciso istante in cui la ninfa si trasforma in un albero di alloro per sfuggire alle avances del dio. La scultura è rinomata per la sua capacità di rendere in pietra il movimento e la trasformazione, rappresentando un capolavoro del barocco e una delle massime espressioni dell’arte scultorea di Bernini.

Davide con la testa di Golia (Caravaggio, 1609–1610) – Sala VIII

Celebre dipinto ad olio che raffigura il giovane eroe biblico Davide nel momento della vittoria su Golia. Caravaggio impiega il chiaroscuro in maniera rivoluzionaria, creando un contrasto drammatico tra luce e ombra che enfatizza la tensione e l’eroismo della scena, rendendo l’opera un simbolo della sua innovazione artistica.

Paolina Borghese come Venere vincitrice (Antonio Canova, ca. 1800) – Sala I

Scultura in marmo del neoclassicismo in cui Canova trasforma Paolina Borghese nella mitica Venere, dea dell’amore. L’opera esalta la bellezza ideale attraverso forme armoniose e proporzioni perfette, testimonianza della raffinata sensibilità estetica e tecnica scultorea che ha reso Canova uno dei più grandi maestri dell’arte.

Deposizione nel sepolcro (Peter Paul Rubens, 1601) – Sala XVIII

Dipinto ad olio che rappresenta il momento solenne della deposizione di Cristo dal crocifisso. Rubens utilizza pennellate vigorose e una tavolozza ricca per infondere intensità emotiva e drammaticità alla scena, facendo di questo capolavoro un emblema della maestria barocca e della sua capacità di trasformare il soggetto sacro in un’esperienza visiva coinvolgente.

Amor sacro e Amor profano (Tiziano, 1513) – Sala XX

Uno dei capolavori di Tiziano, questo dipinto ad olio su tela esplora il dualismo tra l’amore spirituale e quello terreno. La composizione, ricca di simbolismi e colori vibranti, unisce in un’unica scena la raffinatezza della pittura veneziana e una profonda riflessione sulla natura contraddittoria dei sentimenti umani.

San Domenico (Tiziano, ca. 1565) – Sala XX

Dipinto ad olio in cui Tiziano ritrae San Domenico con una presenza imponente e carismatica. La luce calda e i dettagli ricchi conferiscono alla scena una solenne spiritualità, mentre il ritratto trasmette la grandezza interiore e la determinazione del santo, rendendo l’opera un’icona della fede e della maestria rinascimentale.

Madonna col Bambino (Giovanni Bellini, ca. 1510) – Sala IX

Classico dipinto ad olio su tavola che rappresenta la Vergine Maria con il Bambino, esemplificando l’arte rinascimentale veneziana. Bellini crea un’atmosfera di dolcezza e serenità attraverso un uso armonioso dei colori e una cura minuziosa dei dettagli, rendendo immediatamente riconoscibile la sacralità e l’eleganza della composizione.

Ratto di Proserpina (Gian Lorenzo Bernini, ca. 1621) – Sala IV

Capolavoro scultoreo in marmo che raffigura il violento rapimento della giovane dea Proserpina da parte di Plutone. Bernini trasforma il materiale pietrificato in una narrazione in movimento, dove l’intensità dell’azione e la delicatezza delle forme creano un dramma visivo di straordinaria potenza emotiva.

David (Gian Lorenzo Bernini, ca. 1623) – Sala II

Statua in marmo che ritrae il giovane eroe biblico Davide nel momento in cui, armato della sua determinazione, affronta la sfida del gigante Golia. La scultura è caratterizzata da una tensione muscolare e dinamismo che esaltano il coraggio e la vitalità del soggetto, espressione tipica della maestria barocca di Bernini.

Enea, Anchise e Ascanio (Gian Lorenzo Bernini, ca. 1617) – Sala VI

Scultura in marmo che celebra il legame familiare e il valore della pietas, raffigurando Enea insieme a suo padre Anchise e al giovane Ascanio. La composizione fluida e i volti espressivi trasmettono un senso di eroismo e dovere filiale, incarnando i valori classici reinterpretati con intensità barocca.

Deposizione Baglioni (Raffaello, ca. 1507) – Sala IX

Dipinto ad olio che narra la drammatica deposizione di Baglioni, caratterizzato da una composizione equilibrata e da un uso sapiente della luce. L’opera incarna il pathos e la delicatezza tipica del Rinascimento, esemplificando l’abilità di Raffaello nel trasmettere emozioni complesse attraverso la pittura.

Dama col liocorno (Raffaello, ca. 1506) – Sala IX

Dipinto ad olio in cui una nobile dama è raffigurata in compagnia di un liocorno, simbolo di purezza e mistero. La composizione elegante e l’uso raffinato dei colori conferiscono all’opera un’aura di incanto, rendendo immediatamente riconoscibili il significato simbolico e l’alta qualità artistica tipica del lavoro di Raffaello.

Ritratto virile (Raffaello, ca. 1503–1504) – Sala IX

Questo dipinto ad olio rappresenta un ritratto di giovane uomo, esaltando la forza, la nobiltà e la grazia della figura umana. Raffaello riesce a fondere una composizione equilibrata con una resa delicata della luce, dando vita a un’immagine che incarna l’ideale rinascimentale della bellezza maschile.

Predica di san Giovanni Battista (Paolo Veronese, ca. 1562) – Sala XV

Ampio dipinto ad olio su tela che raffigura il potente discorso di San Giovanni Battista. La scena, caratterizzata da una molteplicità di figure e colori ricchi, trasmette l’intensità del messaggio religioso e l’autorità del santo, espressione della capacità di Veronese di trasformare temi sacri in composizioni visivamente straordinarie.

Predica di sant’Antonio ai pesci (Paolo Veronese, 1580–1585) – Sala XV

Dipinto ad olio su tela che offre una visione insolita del santo Sant’Antonio, rappresentato mentre predica ai pesci. La composizione dinamica e la tavolozza luminosa rendono l’opera un esempio distintivo dell’approccio innovativo di Veronese, capace di fondere elementi surreali e sacri in una narrazione visiva affascinante.

Susanna e i vecchioni (Peter Paul Rubens, 1607) – Sala XVIII

Questo dipinto ad olio raffigura la storia biblica di Susanna, evidenziando il contrasto tra l’innocenza della protagonista e l’intrusione dei vecchioni. Rubens utilizza colori vibranti e una resa dinamica delle figure per trasmettere una forte carica emotiva, rendendo la scena un esempio emblematico del dramma e della sensualità barocca.

Capra Amaltea (Gian Lorenzo Bernini, ca. 1620) – Sala III

Scultura in marmo che rappresenta la Capra Amaltea, simbolo del nutrimento divino nella mitologia classica. Bernini dona all’animale un realismo sorprendente e una vivacità espressiva, trasformando il materiale in un’opera che incarna la maestria tecnica e la capacità di infondere vita nel marmo.

Busti di Scipione Borghese (Gian Lorenzo Bernini, ca. 1625) – Sala IV

Serie di busti in marmo che raffigurano il mecenate Scipione Borghese. Realizzati con grande realismo, questi ritratti esaltano i tratti distintivi e la personalità imponente del protagonista, sottolineando il prestigio della figura borghese e la raffinatezza della scultura barocca.

La Verità (Gian Lorenzo Bernini, ca. 1620) – Sala XIV

Scultura in marmo che personifica l’ideale della Verità, simbolo della purezza morale e intellettuale. Con una composizione equilibrata e finemente cesellata, l’opera trasmette autenticità e onestà, rappresentando un riferimento simbolico dei valori etici attraverso l’arte.

Busto di papa Paolo V (Gian Lorenzo Bernini, ca. 1620) – Sala IV

Busto in marmo che raffigura Papa Paolo V con grande sobrietà e realismo. I dettagli accurati nella resa delle fattezze e degli abiti sottolineano la maestosità del pontefice, evidenziando la perizia tecnica di Bernini nel catturare l’essenza del soggetto e la sua importanza storica.

Fanciullo con canestro di frutta (Caravaggio, 1593–1594) – Sala VIII

Dipinto ad olio su tela che ritrae un giovane intento a portare un canestro di frutta. Caravaggio, con il suo tipico uso drammatico del chiaroscuro, conferisce al soggetto una presenza intensa e realistica, trasformando una scena quotidiana in un momento di grande carica emotiva.

Bacchino malato (Caravaggio, 1593–1594) – Sala VIII

In questo dipinto ad olio, Caravaggio ritrae un giovane Bacchus in evidente stato di malattia. La cruda rappresentazione della fragilità umana, enfatizzata dal forte contrasto tra luci ed ombre, rende l’opera un esempio della capacità dell’artista di trattare temi umani con realismo e intensità.

Madonna dei Palafrenieri (Caravaggio, 1605–1606) – Sala VIII

Dipinto ad olio su tela in cui la Vergine Maria viene rappresentata insieme ai palafrenieri, figure che sottolineano la sua funzione protettiva e sacra. La luce drammatica e il realismo tipico di Caravaggio conferiscono all’opera una profonda carica spirituale, rendendola immediatamente riconoscibile.

San Girolamo scrivente (Caravaggio, 1605–1606) – Sala VIII

Opera ad olio che raffigura San Girolamo immerso nella scrittura, simbolo della ricerca della conoscenza e della meditazione spirituale. La resa intensa dei dettagli e l’uso magistrale del chiaroscuro trasmettono la concentrazione e la solennità del santo in un momento di intimità riflessiva.

San Giovanni Battista (Caravaggio, 1609–1610) – Sala VIII

Dipinto ad olio su tela che ritrae San Giovanni Battista in un momento di predicazione appassionata. L’illuminazione forte e la resa realistica dei dettagli accentuano il carisma del profeta, rendendo la scena un esempio distintivo dell’approccio innovativo di Caravaggio alla rappresentazione sacra.

Leda col cigno, copia da Leonardo da Vinci (Cesare da Sesto, ca. 1515–1520) – Sala III

Dipinto ad olio realizzato come copia ispirata al celebre modello di Leonardo da Vinci. Leda è raffigurata insieme a un cigno, simbolo dell’intervento divino, in una composizione elegante che riflette la tradizione rinascimentale, sebbene il valore artistico derivi principalmente dalla reinterpretazione di un tema iconico.

Danae (Correggio, ca. 1531) – Sala III

Dipinto ad olio che ritrae Danae in un intimo momento mitologico. L’opera si distingue per la sua luce avvolgente e la resa sensuale della figura, espressione della capacità di Correggio di fondere mistero e bellezza in una scena che cattura l’attenzione dello spettatore.

Venere e Cupido che reca il favo di miele (Lucas Cranach il Vecchio, ca. 1531) – Sala IX

Dipinto ad olio su tavola in cui Venere è accompagnata da Cupido, intento a trasmettere un simbolismo legato alla dolcezza e alla sensualità. La composizione armoniosa e l’uso raffinato dei colori rendono l’opera immediatamente riconoscibile, unendo elementi mitologici a un’estetica tipica della tradizione tedesca del Rinascimento.

Melissa (Dosso Dossi, ca. 1522–1524) – Sala XV

Dipinto ad olio che rappresenta la figura mitologica di Melissa in una composizione ricca di colori e movimento. Dosso Dossi trasmette un senso di vitalità e leggerezza, interpretando con eleganza i miti classici attraverso uno stile che anticipa le tendenze manieriste.

Cantore appassionato (Giorgione, ca. 1508–1510) – Sala XX

Dipinto ad olio su tavola che ritrae un giovane cantore immerso nella musica. La luce soffusa e l’atmosfera poetica creano un’immagine delicata, simbolo dell’innovazione stilistica del primo Rinascimento veneziano e della capacità di Giorgione di evocare emozioni con sottigliezza.

Suonatore di flauto (Giorgione, ca. 1508–1510) – Sala XX

Opera ad olio che ritrae un intimo momento musicale, con un giovane suonatore di flauto immerso in un ambiente sognante e luminoso. La fusione armoniosa dei toni e la composizione equilibrata rendono la scena immediatamente riconoscibile, espressione della poetica visiva tipica di Giorgione.

Madonna col Bambino tra i santi Flaviano e Onofrio (Lorenzo Lotto, 1506) – Sala IX

Dipinto ad olio su tavola che raffigura la Vergine col Bambino, affiancata dai santi Flaviano e Onofrio. La composizione sacra e l’attenzione ai dettagli trasmettono una profonda spiritualità, evidenziando la sensibilità artistica di Lotto nel rappresentare temi religiosi con intimità e delicatezza.

Ritratto di gentiluomo (Lorenzo Lotto, ca. 1535) – Sala IX

Opera ad olio che ritrae un gentiluomo con una marcata attenzione alla personalità e al carattere del soggetto. La cura nei dettagli e la composizione sobria ne fanno un esempio significativo della ritrattistica rinascimentale, capace di trasmettere eleganza e introspezione.

Ritratto del Pianerlotto (Parmigianino, ca. 1531) – Sala IX

Dipinto ad olio in cui Parmigianino realizza un ritratto caratterizzato da linee allungate e delicate sfumature. L’opera, espressione tipica del manierismo, si distingue per l’eleganza stilistica e l’uso raffinato della luce, rendendola immediatamente riconoscibile nel panorama della pittura del suo tempo.

Crocifisso tra i santi Girolamo e Cristoforo (Pinturicchio, ca. 1475) – Sala IX

Dipinto ad olio che raffigura il Crocifisso in un contesto sacro, accompagnato dai santi Girolamo e Cristoforo. La composizione armoniosa e i dettagli minuziosi creano una scena di profonda spiritualità, tipica della tradizione umbra del Quattrocento e della maestria narrativa di Pinturicchio.

Tobiolo e l’angelo (Savoldo, ca. 1527) – Sala XX

Opera ad olio che ritrae Tobiolo accompagnato da un angelo in un momento di intensa spiritualità. La delicatezza della tavolozza e la composizione intima creano un’atmosfera meditativa, enfatizzando il legame tra il divino e il mortale in maniera raffinata.

Fuga di Enea da Troia (Federico Barocci, ca. 1580) – Sala VI

Dipinto ad olio che narra la drammatica fuga di Enea dalle rovine di Troia. Barocci cattura con intensità l’eroismo e la disperazione del protagonista attraverso una composizione dinamica e una tavolozza cromatica vibrante, offrendo una visione coinvolgente di un celebre episodio mitologico.

Giuseppe venduto dai fratelli (Bacchiacca, ca. 1520) – Sala IX

Dipinto ad olio che racconta il drammatico momento biblico in cui Giuseppe viene tradito e venduto dai suoi fratelli. L’opera enfatizza il dolore e la disperazione dei personaggi attraverso una composizione studiata, rendendo immediatamente riconoscibile il tema del tradimento familiare.

Arresto dei fratelli di Giuseppe (Bacchiacca, ca. 1520) – Sala IX

In questo dipinto ad olio, Bacchiacca raffigura l’istante in cui i fratelli di Giuseppe vengono fermati, sottolineando il momento della giustizia divina. La resa realistica dei volti e la tensione nei gesti dei personaggi trasmettono la drammaticità dell’episodio, rendendo l’opera un vivido esempio della narrativa rinascimentale.

Ricerca della coppa rubata (Bacchiacca, ca. 1520) – Sala IX

Opera ad olio che narra la disperata ricerca di una coppa rubata. La composizione mette in evidenza i dettagli delle espressioni e dei movimenti, evidenziando l’angoscia e la determinazione dei soggetti coinvolti, e guidando l’attenzione verso il fulcro della narrazione con un uso sapiente della luce.

Ritrovamento della coppa rubata nel sacco di Beniamino (Bacchiacca, ca. 1520) – Sala IX

Dipinto ad olio che raffigura il sorprendente momento in cui la coppa rubata viene ritrovata nel sacco di Beniamino. L’opera esalta il contrasto tra il senso di smarrimento e il sollievo del ritrovamento, grazie a una resa attenta dei volumi e della luce che accentua il climax narrativo.

Queste opere rappresentano solo una parte delle ricchezze contenute nella Galleria Borghese, che continua a essere un punto di riferimento essenziale per gli amanti dell’arte e della storia mondiale.

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