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Roma KilometroZero

16 Ottobre - 9 Marzo 2025

Museo di Roma in Trastevere. Piazza di S. Egidio, 1/b

La mostra “Roma KilometroZero”, in programma al Museo di Roma in Trastevere dal 16 ottobre 2024 al 9 marzo 2025, propone un viaggio fotografico nell’anima della Capitale. Attraverso una selezione di scatti d’autore, il visitatore potrà scoprire prospettive inedite che fondono la grande storia di Roma con la sensibilità contemporanea di chi la vive ogni giorno.

Roma KilometroZero. Rassegna al Museo di Roma in Trastevere

La rassegna “Roma KilometroZero” si pone come momento di riflessione sul rapporto intimo tra la città e chi la abita. I fotografi coinvolti indagano scorci, atmosfere e frammenti di vita quotidiana che emergono tra le strade e i vicoli di una metropoli stratificata. Il titolo allude alla prossimità fisica ed emotiva tra l’artista e il soggetto: come a dire che non c’è bisogno di andare lontano per rintracciare storie dense di fascino, poiché ogni strada racconta vicende, tradizioni e mutamenti.

Le immagini rivelano la delicatezza del paesaggio urbano, in cui i simboli della Roma antica, quelli di un passato più recente e le tracce del presente si incontrano senza soluzione di continuità. L’obiettivo di chi espone, dunque, è valorizzare lo spirito cittadino, mettendo in luce la sua dimensione viva e pulsante.

La ricerca fotografica e l’anima di Roma

Nel campo delle arti visive, la fotografia ha sempre svolto un ruolo fondamentale nel documentare, interpretare e, talvolta, reinventare la realtà che ci circonda. A partire dai primi esperimenti ottocenteschi, la fotografia ha saputo catalizzare un linguaggio unico, basato su luce, tempo e sguardo selettivo. Nel caso di “Roma KilometroZero”, tale potenziale espressivo incontra un soggetto d’eccellenza: la città di Roma. Da sempre oggetto di studio per artisti, scrittori e viaggiatori, la Capitale esibisce un tessuto iconografico in cui si fondono rovine della classicità, monumenti simbolo di epoche passate e panorami moderni.

Numerosi fotografi di rilievo, nel corso dei decenni, hanno scelto Roma come sfondo privilegiato per le proprie ricerche: dai reportage di strada, ai ritratti ambientati, alle più intime visioni di quartiere. Se in passato alcuni autori, come gli appassionati del secolo scorso, si limitavano a documentare con approccio quasi etnografico i costumi e le tradizioni popolari, oggi le nuove generazioni sfruttano la potenza della lente per dare vita a narrazioni personali e introspettive.

Per molti versi, la Capitale si presta a una continua rilettura: la sua luce unica, le prospettive inaspettate che emergono da un’urbanistica mai banale, la commistione fra sacro e profano, fra antico e nuovo, contribuiscono a renderla uno dei luoghi più rappresentati nella storia dell’arte visiva. La presente mostra ne approfondisce un ulteriore volto: quello quotidiano, in costante evoluzione, che può essere colto soltanto da chi vive questi luoghi nella loro temporalità più ordinaria. In questa prospettiva, “kilometro zero” rappresenta non solo la distanza, ma il legame osmotico fra artista e contesto, quasi che Roma stessa suggerisca la direzione dello sguardo fotografico.

La forza narrativa dell’obiettivo fotografico

L’aspetto che accomuna i lavori in mostra risiede nella potenza evocativa del racconto per immagini. Diversamente dal linguaggio verbale, la fotografia opera tramite un immediato impatto visivo, trasmettendo sensazioni, ricordi e riflessioni in modo diretto. Che si tratti di ritrarre un angolo nascosto di Trastevere, un caffè all’aperto in cui si respira l’eco di antiche conversazioni o la maestosità di un monumento, ogni scatto diventa espressione di un viaggio interiore. I fotografi, infatti, non offrono semplici cartoline, ma frammenti di un vissuto che la città stessa suggerisce.

Molti di questi artisti si muovono a piedi, sperimentando la realtà urbana in un dialogo costante con le persone e le architetture. Ne deriva un approccio **senza filtri**, volto a catturare la spontaneità di incontri, gesti e luci cangianti. Altri, invece, preferiscono prospettive più ragionate, in cui l’immagine svela la stratificazione culturale del tessuto urbano, evidenziando le tracce di un passato illustre che convive con la quotidianità. In entrambi i casi, ciò che emerge è una sensibilità moderna, che si affida alla potenza dell’obiettivo per indagare la città e restituirne l’essenza in modo tangibile.

Tradizione e innovazione: le tecniche fotografiche in mostra

Uno dei tratti più affascinanti di “Roma KilometroZero” riguarda la varietà di tecniche e stili fotografici proposti. Alcuni artisti lavorano con strumenti analogici, riproponendo il fascino della pellicola e le possibilità interpretative legate allo sviluppo in camera oscura. Altri, invece, si affidano totalmente al digitale, esplorando le potenzialità dell’editing e della post-produzione contemporanea. Ci sono fotografie in bianco e nero che puntano sul contrasto e la profondità dei neri, così come scatti a colori saturi che vogliono esaltare la vivacità dell’ambiente urbano.

Il comune denominatore resta la **passione per la sperimentazione**, che accomuna i fotografi e fa da filo conduttore a una selezione eterogenea di immagini. Che l’ispirazione provenga da maestri della “street photography” o da correnti più concettuali, ciò che conta è la volontà di restituire l’anima di Roma attraverso un approccio soggettivo, ma nello stesso tempo capace di toccare corde universali. Attraverso la varietà degli stili, il pubblico percepisce la vitalità di un panorama artistico in costante mutamento, in cui la tradizione dialoga con l’innovazione e il passato si intreccia con il presente.

Il percorso di visita in “Roma KilometroZero”

All’interno delle sale del Museo di Roma in Trastevere, la mostra si sviluppa seguendo un itinerario che simboleggia i molti “volti” della città. Il percorso, organizzato secondo una logica tematica, conduce il visitatore alla scoperta dei **quartieri iconici** e delle loro peculiarità urbane, passando progressivamente a rappresentazioni più intime e personali. In questo modo, l’esposizione illustra il graduale spostamento dallo sguardo generale su Roma, con i suoi paesaggi urbani, ai microcosmi nascosti tra le pieghe dei vicoli e delle corti interne.

Ogni sezione è contraddistinta da un taglio curatoriale che favorisce un dialogo tra le opere: fotografie che affrontano, per esempio, il tema del rapporto fra abitanti e spazi comuni, sono affiancate a scatti che immortalano riti e celebrazioni di quartiere. In un’altra parte del percorso, invece, emerge l’intreccio tra lo scorrere del tempo e la mutazione dell’ambiente: ponti e muri antichi interagiscono con le nuove architetture, offrendo un racconto metropolitano sfaccettato.

Sala dedicata al dialogo tra antico e contemporaneo

Una sezione fondamentale è dedicata all’incontro tra il **patrimonio artistico** e i segni della modernità. Qui, gli scatti mostrano la compresenza di rovine e vetrine, testimonianze imperiali e mezzi di trasporto all’avanguardia. La suggestione nasce dal contrasto visivo: spesso il turista di passaggio si limita ad apprezzare la parte più conosciuta dei monumenti, mentre la macchina fotografica riesce a scrutare l’interazione fra questi reperti del passato e le tracce della vita quotidiana.

Il Colosseo, le basiliche, i musei a cielo aperto, ma anche i parchi e le piazze di periferia, vengono restituiti attraverso l’obiettivo di artisti che vogliono rendere omaggio all’unicità di una città in cui secoli di storia si compattano nello stesso orizzonte visivo. Tale sezione appare come un omaggio consapevole alla capacità di Roma di rinnovarsi, pur restando fedele alle proprie radici.

Focus su Trastevere e i suoi vicoli

Particolarmente significativa è l’attenzione riservata al **quartiere di Trastevere**, che non solo ospita il Museo di Roma, ma rappresenta anche un microcosmo ricco di tradizioni e identità. Qui, antichi palazzi, piccole botteghe e luoghi di ritrovo storici costituiscono un patrimonio culturale inestimabile. Le immagini selezionate raccontano l’anima popolare di questi vicoli, fatta di opere di street art, di scorci dove il tempo sembra essersi fermato e di momenti di convivialità nei locali tipici.

I fotografi hanno scelto di immergersi nel quotidiano, dando voce alle persone che abitano e animano questa parte della città. Si possono così osservare scorci rubati nella penombra del primo mattino, quando la luce morbida rivela dettagli architettonici altrimenti celati, o ritratti che immortalano l’energia del quartiere nelle sue ore più vive. La fotografia diventa, ancora una volta, strumento privilegiato per svelare la bellezza della normalità, quella che spesso sfugge allo sguardo distratto.

L’architettura espositiva

L’allestimento si articola in sale concepite per creare un racconto fluido. Dall’ingresso, che introduce ai temi generali della mostra, il visitatore è accompagnato da pannelli illustrativi che forniscono coordinate storiche e stilistiche. Le immagini sono collocate in modo da suggerire un dialogo fra i diversi autori: se in un primo momento si sottolinea la visione d’insieme della città, gradualmente ci si addentra in scorci più intimi. Nella parte centrale, i toni si fanno più sperimentali, con fotografie che esplorano luci, ombre e composizioni inaspettate.

Il **Museo di Roma in Trastevere** diventa così cornice ideale per questa narrazione: l’edificio stesso, con i suoi spazi raccolti e la posizione nel cuore di uno dei rioni più caratteristici, contribuisce a enfatizzare l’idea di un viaggio immersivo. Non mancano momenti di approfondimento: didascalie e brevi testi di accompagnamento guidano il pubblico, suggerendo chiavi di lettura senza però imporre interpretazioni univoche. Ogni scatto parla da sé, e il taglio curatoriale incoraggia una fruizione lenta, consentendo di cogliere dettagli e sfumature che non emergerebbero da una visita frettolosa.

L’autore collettivo: un racconto a più voci

Anche se spesso ci si riferisce a un singolo “autore” quando si parla di mostra fotografica, “Roma KilometroZero” lascia spazio a una vera e propria coralità. Non siamo davanti a un’unica firma, bensì a un insieme di sguardi che, pur provenendo da esperienze artistiche e biografiche differenti, si incontrano su un terreno comune: la volontà di restituire un ritratto autentico di Roma. In questa prospettiva, si può parlare di un autore “collettivo”, nel senso che ogni capitolo del percorso espositivo contribuisce al racconto generale.

Molti di questi fotografi provengono dalle accademie di belle arti o dalle scuole di fotografia del territorio, altri sono autodidatti che hanno scelto di affinare la propria arte attraverso l’esperienza sul campo. Alcuni vantano un lungo curriculum di pubblicazioni, mentre altri si affacciano per la prima volta su un palcoscenico così importante. L’elemento unificante resta la **ricerca dell’autenticità**, unita a un forte attaccamento alla città, considerata una fonte inesauribile di ispirazione.

La scena fotografica romana contemporanea

Negli ultimi vent’anni, Roma ha visto crescere un fermento artistico rilevante nel settore fotografico. Questo nuovo slancio è stato favorito anche dalla presenza di spazi espositivi alternativi, di festival specializzati, di collettivi che si sono formati spontaneamente. La Capitale, pur avendo alle spalle una tradizione storica di rilevante importanza, non era mai stata considerata “capitale della fotografia” allo stesso modo di Parigi o New York. Tuttavia, negli ultimi anni, numerosi progetti hanno dimostrato la vitalità e la competitività della scena romana, sia a livello nazionale che internazionale.

“Roma KilometroZero” si inserisce in questo panorama come un’occasione per consolidare ulteriormente la reputazione della fotografia capitolina, ponendola al centro del dibattito culturale. La mostra è dunque un’opportunità per conoscere il lavoro di autori emergenti, ma anche di professionisti già noti che hanno saputo conquistare l’attenzione di gallerie e riviste specializzate. Ognuno porta il proprio contributo di stile, di tecnica e di sensibilità, costruendo un mosaico di racconti che, nella loro complessità, delineano un affresco vivace e aggiornato della città.

Leica e la tradizione del reportage

Tra le fotocamere più iconiche che hanno accompagnato generazioni di fotografi troviamo indubbiamente i modelli Leica. La scelta di diversi autori di utilizzare queste macchine non è casuale: fin dai tempi di Henri Cartier-Bresson e Robert Capa, Leica si è contraddistinta come lo strumento prediletto del **reportage** e della fotografia di strada. La sua compattezza e l’alta qualità dell’ottica hanno reso possibili scatti rapidi, discreti e carichi di intensità. Alcune sezioni della mostra rendono omaggio a questa eredità, mostrando come la strumentazione classica e quella più moderna dialoghino con gli obiettivi di ultima generazione.

Il concetto di “kilometro zero” ben si sposa con la filosofia Leica: l’idea di stare “sul campo”, di muoversi fianco a fianco alla realtà da ritrarre. Anche se non tutti i fotografi in mostra impiegano esclusivamente apparecchi Leica, la presenza di questi strumenti assume un valore simbolico, richiamando quella vocazione al racconto che è propria della fotografia documentaria. Nel tessuto urbano di Roma, denso di storie e di sfaccettature, la fotocamera diventa un mezzo di indagine e al contempo un complice nella scoperta di dettagli altrimenti invisibili.

Perché visitare la mostra

Uno degli interrogativi che spesso ci si pone davanti a una rassegna fotografica è: perché andare a vedere immagini che, talvolta, potrebbero sembrare già viste? La risposta, nel caso di “Roma KilometroZero”, si trova nell’approccio peculiare scelto dai fotografi. Non è la Roma da cartolina, con i suoi luoghi iconici e un po’ stereotipati. Né si tratta di una mera rappresentazione documentaristica. È piuttosto un incontro ravvicinato con l’anima urbana, un itinerario fatto di scelte compositive coraggiose, di contrasti tra luci e ombre, di storie piccole e grandi che si intrecciano nei vicoli del centro e nelle periferie meno note.

La mostra, situata in uno spazio espositivo di grande fascino, diventa un’occasione per **comprendere la città da nuove prospettive**, grazie a una narrazione che si dipana fra passato e presente. Chi conosce già Roma, la ritroverà sotto una luce nuova; chi invece vi si avvicina per la prima volta, avrà l’opportunità di compiere un’immersione in un universo stratificato, dove ogni pietra, ogni palazzo, ogni sguardo racconta una storia.

L’esperienza immersiva nel Museo di Roma in Trastevere

Il **Museo di Roma in Trastevere** si rivela una sede perfetta per ospitare la mostra, poiché l’edificio stesso dialoga in modo immediato con la tradizione popolare e il quotidiano cittadino. Situato nel cuore di uno dei rioni più autentici, il museo combina l’atmosfera riservata delle sue sale con il brulicare di vita che si trova all’esterno. Questo contrasto tra interno ed esterno, tra spazi museali e realtà urbana, rispecchia perfettamente il concetto di “kilometro zero”: anche chi, terminata la visita, passeggia per le strade di Trastevere, può continuare a respirare la Roma rappresentata negli scatti.

L’allestimento, curato nei dettagli, e l’architettura del palazzo consentono di vivere le fotografie non come semplici immagini da osservare, ma come porte d’accesso a narrazioni molteplici. Le pareti, i corridoi, la luce filtrata dalle finestre: tutto contribuisce a costruire un ambiente intimo, in cui il dialogo con le opere risulta immediato. È un invito alla lentezza, alla contemplazione, all’ascolto di quelle “voci” che la città sa sussurrare a chi la sa osservare con attenzione.

Approfondire la cultura del territorio

Oltre all’indubbio interesse artistico, l’esposizione costituisce un’opportunità per approfondire la **cultura locale**, la storia del tessuto urbano e la relazione dei cittadini con i propri luoghi. Le immagini, infatti, non sono semplici esercizi di stile: raccontano l’evoluzione di quartieri, la vita delle comunità, la stratificazione dei simboli. Ci si può imbattere in scatti che documentano feste e tradizioni popolari, ma anche in momenti di semplice quotidianità che, a loro modo, contribuiscono alla costruzione dell’identità capitolina.

Chi, per esempio, è interessato alle dinamiche sociali troverà spunti nel osservare come la popolazione locale interagisca con gli spazi pubblici. Chi predilige l’aspetto artistico potrà invece soffermarsi sulle composizioni fotografiche, apprezzando la qualità della luce, l’uso calibrato dei colori, la ricerca di inquadrature inattese. E per chi desidera un contatto più profondo con l’essenza di Roma, le immagini diventano varchi simbolici che invitano a scoprire angoli nascosti, a percorrere nuove strade, a osservare con occhi diversi anche i luoghi più familiari.

Elementi di critica e suggestioni future

Il taglio curatoriale di “Roma KilometroZero” mette in luce, in alcuni casi, le contraddizioni della città. Non è un segreto che Roma, come tutte le grandi metropoli, viva un rapporto complesso con la propria storia e con la modernità. Alcuni fotografi hanno scelto di testimoniare aspetti meno luminosi, come l’abbandono di alcuni spazi e l’inevitabile disagio sociale. Ma anche questi elementi, sebbene non dominanti nella mostra, contribuiscono a definire un quadro più sfaccettato.

L’interesse per il futuro della fotografia romana si evince, inoltre, dall’attenzione rivolta ai giovani talenti, che stanno elaborando nuove modalità di racconto visivo, talvolta contaminandolo con il video e con la performance. Sebbene non sia questo l’obiettivo principale della rassegna, si percepisce una tensione verso ciò che potrà venire dopo, quando le immagini di oggi diventeranno la documentazione storica per le generazioni di domani.

Con una città come Roma, i cui volti si moltiplicano all’infinito, la fotografia si conferma uno strumento privilegiato di lettura e reinterpretazione. **Visitare la mostra** rappresenta dunque un momento di arricchimento culturale e una possibilità di confronto con molteplici sensibilità. Grazie a uno sguardo collettivo e variegato, l’esposizione ci invita a scoprire un nuovo approccio alla Capitale, che supera la semplice dimensione turistica per abbracciare quella più intima, vissuta e consapevole. L’interesse per la storia incontra il desiderio di innovazione, e l’arte diviene un ponte tra passato e presente.

In ultima analisi, “Roma KilometroZero” non offre solo una serie di immagini da ammirare, ma un percorso di riflessione su cosa significhi vivere in una città millenaria, su come la fotografia possa farsi veicolo di memoria collettiva e su come il territorio urbano si presti a continue riscritture. È un invito per lo spettatore a tornare sui propri passi, a guardare con occhio nuovo anche gli scorci più noti, a farsi coinvolgere nelle trame dei vicoli e nelle storie delle persone che popolano la città.

Dopotutto, **Roma** non smette mai di stupire chi la osserva con partecipazione, e l’obiettivo fotografico ne è un alleato prezioso. La prospettiva ravvicinata, a “chilometro zero”, diventa allora la modalità più autentica per entrare in sintonia con un luogo la cui identità si costruisce attraverso il tempo, i gesti quotidiani, la fusione di antico e moderno. È qui che risiede il senso profondo della mostra, che parla tanto ai residenti quanto ai visitatori, accomunandoli in uno sguardo che non vuole essere superficiale, ma profondamente sentito.

Per tutti questi motivi, il viaggio proposto all’interno del Museo di Roma in Trastevere assume le sembianze di una ricognizione sentimentale e culturale, eseguita con gli strumenti della fotografia contemporanea. Un itinerario che, oltre a mostrare la città, ne svela la dimensione più intima, sospesa tra sogno e realtà, dove l’architettura e la vita sociale si mescolano in un mosaico in continua trasformazione.

L’approccio collettivo ribadisce la ricchezza di questa proposta artistica: non essendo vincolata a un singolo punto di vista, la mostra si trasforma in un coro polifonico in cui le fotografie si rispondono l’un l’altra, generando letture incrociate della realtà romana. Queste visioni possono talvolta convergere, talvolta divergere, ma sempre contribuiscono alla creazione di un quadro multilivello, che riflette la natura stessa della città.

Le tecniche utilizzate, poi, illustrano la varietà del linguaggio fotografico nel suo stato attuale: dalla pellicola tradizionale al digitale più spinto, dai tagli classici alle elaborazioni concettuali. Tutto concorre a far emergere un ritratto di Roma che non possa essere rinchiuso in un’unica definizione. Il carattere cangiante di questa metropoli è, in fondo, il suo aspetto più affascinante, e l’esposizione ne rende conto con una cura che coniuga attenzione formale e passione per il soggetto.

Chi ama la **fotografia** potrà cogliere numerosi spunti sul piano compositivo e creativo, traendone ispirazione per i propri progetti. Chi è interessato alla storia troverà nelle immagini motivi di riflessione sulle trasformazioni che hanno investito la città. Chi desidera esplorare il rapporto tra l’uomo e l’ambiente urbano apprezzerà la capacità degli autori di restituire lo spirito dei quartieri, intrecciando la dimensione sociale con quella architettonica. E, infine, chiunque voglia immergersi in un percorso sensoriale e intellettuale scoprirà che “Roma KilometroZero” è un’occasione irripetibile per vedere la città con occhi nuovi.

È anche significativo che l’esposizione copra un arco di tempo che va dal 16 ottobre 2024 al 9 marzo 2025, includendo quindi stagioni diverse: dall’autunno, con i suoi colori caldi e i primi freddi che calano sulle strade del centro, fino all’inizio della primavera, quando la città si risveglia e la luce si fa più intensa. Questa variabilità stagionale può suggestionare i visitatori a tornare più volte, confrontando le immagini con la Roma viva che si trasforma sotto i loro occhi. Non è raro, infatti, che l’ispirazione fornita da alcuni scatti spinga a sperimentare direttamente sul campo, magari con la propria fotocamera, ritrovando punti di vista e angoli ritratti in mostra.

In sostanza, “Roma KilometroZero” non è soltanto un’esposizione artistica: diviene un laboratorio di idee per tutti coloro che avvertono la necessità di narrare la città in cui vivono o che visitano. Attraverso immagini che esplorano differenti registri espressivi, si entra in contatto con la multiforme identità romana. E la presenza di diversi autori, ognuno con la propria cifra stilistica, offre una panoramica esaustiva dello stato attuale della fotografia urbana, in cui si mescolano il racconto documentario, la ricerca estetica e la riflessione socioculturale.

Interessante è inoltre notare come la dimensione “collettiva” si traduca in un invito implicito alla partecipazione: la mostra, pur non richiedendo interattività esplicita, stimola un senso di appartenenza a un universo urbano condiviso. Per i visitatori che abitano a Roma, essa costituisce un’occasione di prendere coscienza dell’immenso patrimonio di bellezza e contraddizioni in cui sono immersi quotidianamente. Per i turisti, o per chi viaggia da altre parti d’Italia o del mondo, è un’opportunità unica di comprendere la città da dentro, grazie a un punto di vista non convenzionale che esula dai tradizionali circuiti turistici.

Più che un atto conclusivo, questa esposizione potrebbe essere letta come l’inizio di un dialogo tra autori e pubblico. È come se le pareti del Museo di Roma in Trastevere parlassero a ciascun visitatore, invitandolo a proseguire la ricerca, a scoprire altri luoghi, a entrare in relazione con altre persone che fanno parte della trama urbana. Le fotografie esposte, infatti, non hanno la pretesa di essere esaustive: rappresentano soltanto un assaggio del vasto panorama di storie, aneddoti e potenzialità visive che la Capitale offre.

Questo spirito aperto e inclusivo rispecchia i valori fondanti della fotografia contemporanea, che sempre più si configura come pratica partecipata, pronta a farsi veicolo di denuncia, di celebrazione o di esplorazione poetica. Nel caso di “Roma KilometroZero”, i diversi linguaggi fotografici si incontrano in un punto comune: la passione per un luogo che, pur essendo stato immortalato infinite volte, riesce ancora a sorprendere. Il “chilometro zero”, in tal senso, non è una limitazione, ma un trampolino di lancio: dimostra come anche il più familiare dei contesti possa rivelare aspetti inediti a chi sa guardare con profondità.

In conclusione, ciò che si può trovare nelle sale del museo non è soltanto un’esposizione di grande interesse artistico, ma anche un’occasione per riflettere sul ruolo della fotografia come memoria viva, come testimonianza in continua evoluzione. Il rapporto fra la città e i suoi abitanti, le tensioni tra conservazione e innovazione, il fascino dei dettagli nascosti, tutto concorre a formare un racconto condiviso in cui ognuno può riconoscersi. “Roma KilometroZero” sottolinea la necessità di non dare mai per scontata la complessità del territorio urbano, che nella sua ricchezza si offre come inesauribile fonte di stimoli culturali e visivi.

Del resto, il successo di una mostra fotografica si misura anche dalla sua capacità di generare domande, di spingere il pubblico oltre la soglia dell’osservazione passiva, verso un atteggiamento propositivo e indagatore. In questo senso, “Roma KilometroZero” sembra avere tutte le carte in regola: la varietà dei temi, l’autenticità degli sguardi e la solidità del contesto museale rendono il progetto un momento di sintesi fra tradizione e modernità, fra passato e futuro. Un dono per la città e per quanti, attraverso l’arte, desiderano capirla un po’ di più.

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