26 Ottobre - 6 Aprile 2025
Musei di Villa Torlonia - Casina delle Civette
Immergetevi nell’arte del tessuto grazie alle opere di Niki Berlinguer, in mostra alla Casina delle Civette di Villa Torlonia dal 26 ottobre 2024 al 6 aprile 2025. Un percorso tra fili intrecciati, colori e tradizione, dove l’arazzo si fa racconto e la materia si trasforma in poesia visiva da scoprire e ammirare.
Nel suggestivo scenario della Casina delle Civette, all’interno dei prestigiosi Musei di Villa Torlonia, apre i battenti un evento di rara intensità: la mostra dedicata a Niki Berlinguer, conosciuta come la “Signora degli arazzi”, visitabile dal 26 ottobre 2024 al 6 aprile 2025. Questo appuntamento offre un’immersione totale nel mondo della tessitura artistica, mettendo in luce l’impegno di un’autrice che ha saputo rinnovare la tradizione del telaio e del filo intrecciato con una sensibilità tutta contemporanea. Il percorso espositivo, inserito in un contesto architettonico unico, invita il pubblico a riflettere sulla natura multisfaccettata dell’arazzo: non semplice ornamento, ma veicolo di narrazione e di ricerca estetica. Un momento di rara fusione fra l’antica arte del filo e la modernità dell’interpretazione, in cui la sapienza artigianale diviene strumento di espressione e il contenuto dialoga armoniosamente con la luce, i volumi e i materiali dell’edificio che ospita la rassegna. L’esposizione, dunque, intende valorizzare l’evoluzione di una tecnica e al contempo la profondità di un pensiero artistico capace di coniugare radici storiche, tensione creativa e innovazione formale.
L’arte di Niki Berlinguer affonda le sue radici in una lunga tradizione di ricerca tessile, fortemente radicata nella cultura italiana e, più in generale, nella storia dell’arte europea. L’autrice, la cui produzione si è sviluppata lungo vari decenni, ha saputo unire un’indagine personale sull’arazzo a un dialogo costante con la tecnica, il colore e i riferimenti più squisitamente letterari e figurativi. Pur muovendo da un impianto formale tradizionale, l’artista ha sperimentato nuovi approcci cromatici e iconografici, tracciando un percorso che si distingue per originalità e padronanza del mestiere. È proprio questa sinergia tra slancio creativo e perizia del fare che ha permesso alle sue opere di valicare i confini dell’arazzo inteso come semplice oggetto d’arredo, proiettandolo nel regno dell’arte e della contemplazione. In ciascun filo intrecciato si percepisce la passione per la materia e per la poetica dell’invisibile, che trova espressione nei contrasti tra luci e ombre, nei passaggi tonali e nelle variazioni ritmiche delle trame.
Da un punto di vista formativo, Niki Berlinguer ha compiuto studi approfonditi sulle tecniche antiche, avvicinandosi alle procedure del telaio a mano con uno spirito quasi filologico. Sin dai suoi esordi, ha coltivato un interesse verso le esperienze tessili del passato, in particolare quelle che si rintracciano negli arazzi medievali e rinascimentali, eredi di un’epoca in cui la manualità coincideva con una vera e propria pratica culturale. Parallelamente, l’artista è stata influenzata da movimenti più moderni, come il Bauhaus e le avanguardie novecentesche, che hanno valorizzato l’elemento tessile in un’ottica di fusione tra arte e design. L’apertura a suggestioni trasversali – dal simbolismo ai motivi geometrici dell’astrattismo – è uno dei tratti che emerge con forza nei suoi arazzi, dove la composizione appare sempre sostenuta da un disegno coerente e dalla fine calibratura delle forme.
Il lavoro di Niki Berlinguer si distingue anche per la riscoperta di strumenti e procedimenti artigianali spesso dimenticati. Nei suoi primi anni di attività, l’artista si è dedicata alla sperimentazione con telai che riprendevano modelli storici, potenziandone le possibilità espressive e tecniche. Questa riscoperta del passato non è mai stata un esercizio nostalgico, bensì un’occasione per arricchire il linguaggio dell’arazzo con soluzioni che la standardizzazione industriale aveva reso marginali. Grazie a questa scelta, i manufatti di Berlinguer si collocano in una sfera unica, in cui l’uso sapiente del filo incontra l’innovazione e la ricerca, configurando una poetica che valorizza la lentezza, l’intreccio e la tattilità come componenti essenziali dell’opera d’arte.
Uno dei punti di forza della produzione di Niki Berlinguer è la capacità di integrare materiali differenti in una visione unitaria. L’artista ha sperimentato con fili di lana, seta, lino, ma anche con filati metallici e fibre sintetiche, calibrandone l’uso a seconda dell’esigenza cromatica o espressiva. Questo lavoro minuzioso sulle materie prime si accompagna a un’attenta progettazione del disegno e a una fase di studio che trae ispirazione da fonti disparate, come la letteratura, la musica, la natura e la storia dell’arte. Ricorrono, inoltre, echi di culture extraeuropee, soprattutto nelle combinazioni di colori vivaci e negli innesti formali che talvolta richiamano geometrie tipiche degli arazzi persiani o marocchini. È così che, pur restando saldamente legata alla tradizione italiana, Berlinguer mostra una visione internazionale, orientata a dialogare con l’orizzonte globalizzato dell’arte contemporanea.
Nell’universo espressivo di Niki Berlinguer, il concetto di tradizione non è mai disgiunto da quello di innovazione. Le sue opere testimoniano un continuo tentativo di portare l’arazzo a confrontarsi con codici espressivi tipici del nostro tempo. Attraverso un’estetica sobria ma densa di rimandi, l’artista sperimenta soluzioni compositive che lasciano spazio all’immaginazione dell’osservatore e che, al contempo, incarnano valori simbolici universali. Questo equilibrio fra antico e moderno si rivela particolarmente evidente nella scelta di dare rilievo alle imperfezioni della tessitura, quali tracce dell’intervento manuale, e all’uso controllato di cromie forti che suggeriscono una tensione costante verso la contemporaneità. L’intento sembra essere quello di dare nuova vita a una tecnica ancestrale, innescando un dialogo con la sensibilità attuale e aprendo prospettive inedite alla percezione dell’arazzo come forma d’arte completa.
Sebbene l’arazzo abbia una tradizione radicata in numerose culture europee, l’Italia ha rivestito un ruolo di primo piano nello sviluppo di questa forma d’arte, fin dal Medioevo. Città come Firenze, Milano e Mantova hanno ospitato laboratori di tessitura d’eccellenza, spesso sostenuti dai mecenati dell’epoca, che vedevano in questi manufatti un modo per celebrare eventi politici o religiosi e per dare lustro alle proprie corti. Nel corso dei secoli, la tessitura italiana ha assunto connotazioni specifiche, legandosi da un lato alla sensibilità pittorica tipica della penisola – con la ricerca di effetti di chiaroscuro, l’attenzione al dettaglio anatomico e la ricchezza di ornamenti – e dall’altro a una dimensione più artigianale, in cui la manualità e la sperimentazione con i filati svolgono un ruolo essenziale. In questo scenario, la mostra dedicata a Niki Berlinguer getta luce su un capitolo contemporaneo di una vicenda artistica secolare, coniugando la lezione dei grandi maestri del passato con le sfide e le inquietudini del presente.
L’arazzo non è soltanto un esercizio decorativo: è un racconto tessuto con fili di colori diversi, che spesso rappresentano episodi storici, miti, scene allegoriche o religiose. Nel Rinascimento, gli arazzi raggiungono vette di raffinatezza, con artisti del calibro di Raffaello impegnati nella fornitura di disegni ai grandi arazzieri fiamminghi, che all’epoca occupavano una posizione di rilevo in Europa. Questi scambi internazionali hanno alimentato un dialogo vivace, grazie al quale l’arte della tessitura si è arricchita di nuove prospettive e di innovazioni tecniche. Berlinguer, erede di questa tradizione, ha saputo aggiornare la pratica, traghettandola verso un linguaggio fortemente personale. Le sue composizioni astratte, figurative o simboliche sono il risultato di ricerche approfondite, in cui la colore assume valenze poetiche e narrative, e il filo diventa uno strumento di scrittura visiva che non conosce barriere linguistiche.
Molte regioni d’Italia possono vantare antichi laboratori specializzati nella produzione di arazzi, tappeti e tessuti d’alto artigianato. La Toscana, ad esempio, con i suoi storici opifici, è stata sede di una notevole attività di sperimentazione tra Sei e Settecento. Analogamente, il Piemonte e la Lombardia hanno ospitato manifatture spesso collegate alle corti locali, che commissionavano arazzi e paramenti di grande pregio. Questa rete di realtà operative ha alimentato un vivace commercio e una circolazione di maestranze e saperi che, sebbene ridimensionata dall’industrializzazione, non si è mai del tutto interrotta. Il percorso di Niki Berlinguer s’innesta in questo tessuto storico, recuperando metodi antichi e rileggendoli con l’occhio della contemporaneità, in un confronto serrato con i modelli che hanno segnato le epoche d’oro dell’arte tessile italiana.
Negli ultimi decenni, l’arte tessile ha vissuto un rinnovato interesse, grazie a una generazione di artisti che hanno compreso come il filo possa veicolare messaggi di straordinaria potenza emotiva e simbolica. Se in passato l’arazzo era principalmente destinato a grandi ambienti di rappresentanza, oggi trova spazio anche in contesti museali, gallerie d’arte e collezioni private, assumendo forme ibride e sperimentali. La matrice artigianale resta un valore essenziale, ma si arricchisce di contaminazioni provenienti dalla scultura, dalla pittura e perfino dal mondo digitale. In questa evoluzione, la mostra in programma ai Musei di Villa Torlonia rappresenta un tassello significativo, poiché consente al pubblico di cogliere come la tessitura possa farsi portavoce di temi universali: dall’analisi della condizione umana alla celebrazione della natura, dalla memoria storica alle istanze sociali.
Le nuove generazioni di tessitori e artisti stanno esplorando territori inediti, sperimentando accostamenti di materiali e codici formali che si allontanano dallo schema canonico dell’arazzo. Alcuni si avvalgono della tecnologia digitale per progettare pattern complessi, da realizzare poi con procedimenti manuali o meccanizzati, mentre altri preferiscono mantenere una dimensione più intima, legata all’intervento diretto sull’ordito e sulla trama. In questa panoramica, la poetica di Niki Berlinguer si colloca come esempio di equilibrio tra le due tendenze: da un lato, un profondo rispetto per la storia e per la lavorazione a mano; dall’altro, la spinta a rinnovare simboli e composizioni, con l’intento di parlare al pubblico odierno attraverso il linguaggio intramontabile del filo.
La mostra “Niki Berlinguer. La signora degli arazzi” si sviluppa in un itinerario che rende conto della poliedricità della produzione artistica di Berlinguer e della sua attenzione ai diversi linguaggi della materia tessile. Il visitatore, accolto dalla dimensione raccolta e magica della Casina delle Civette, è invitato a percorrere ambienti in cui l’alternanza di luce naturale e artificiale fa risaltare ogni dettaglio delle opere esposte. L’allestimento è pensato per creare una relazione dinamica tra arazzi e architettura, in cui la struttura liberty dell’edificio diviene sfondo ideale per le composizioni di fili e colori. Un dialogo che mette a fuoco la componente narrativa dell’arazzo, con pannelli esplicativi che illustrano le tecniche e le fonti d’ispirazione dell’artista, e allo stesso tempo evidenzia la dimensione contemplativa, lasciando che le opere emergano nella loro autonomia espressiva.
Le opere in mostra coprono un ampio arco temporale, testimoniando l’evoluzione stilistica e la coerenza poetica di Niki Berlinguer. Saranno presenti arazzi di grande formato, in cui l’autrice gioca con campiture di colore vibranti e contrasti che evocano i cicli della natura, insieme a pezzi di dimensioni più ridotte, che rivelano la perizia tecnica con cui la tessitura è stata declinata in chiave quasi miniaturistica. Alcuni lavori puntano su soggetti astratti, alludendo a temi come la luce, il movimento, la fluidità degli elementi naturali; altri, invece, dialogano con iconografie più classiche, rielaborando motivi figurativi in chiave moderna. Di particolare rilievo sono gli esemplari che mostrano sovrapposizioni di diversi strati di filo, creando effetti tridimensionali e cangianti a seconda dell’inclinazione della luce, a conferma della profondità di ricerca che caratterizza l’opera dell’artista.
La Casina delle Civette è un luogo emblematico, famoso per le sue decorazioni in vetro colorato e per gli elementi architettonici di matrice eclettica che fondono suggestioni medievali e liberty. Questo contesto conferisce agli arazzi di Niki Berlinguer una cornice inedita, in cui la ricchezza delle trame tessili si sposa con le trasparenze e i riflessi delle vetrate artistiche, ampliando la gamma percettiva del visitatore. L’ambiente, raccolto e ricco di spunti simbolici, esalta l’idea di un’arte che vive di luce e di armonie cromatiche, creando un raffronto diretto tra le superfici in vetro e i fili di seta o lana. In questo modo, la materia tessile non si limita a decorare, ma interagisce con l’architettura circostante, offrendo un’esperienza sensoriale dove il dettaglio diventa racconto.
Uno degli aspetti più affascinanti di questa esposizione è l’effetto scenografico creato dalle texture degli arazzi in rapporto alla luce che penetra dalle vetrate della Casina delle Civette. Nel corso della giornata, i raggi solari filtrano in modi differenti, modificando i toni e le sfumature dei filati. Anche l’illuminazione artificiale, calibrata con cura, fa emergere i rilievi delle trame e la complessità dei disegni. Così, ogni opera diventa uno scenario mutevole, da osservare in momenti diversi per cogliere sfumature che a un primo sguardo potrebbero sfuggire. Questa caratteristica trasforma la mostra in un percorso di scoperta, dove lo sguardo si sofferma sui cambiamenti di tonalità e sui giochi di riflessi, in un’atmosfera sospesa che rende omaggio alla natura multisensoriale e dinamica dell’arte tessile.
Visitare l’esposizione dedicata a Niki Berlinguer significa entrare in contatto con la dimensione più profonda dell’arte tessile, riscoprendo al contempo l’eredità di una forma di espressione che, pur avendo radici antiche, sa dialogare con il nostro presente. La sinergia tra arazzo e architettura, tra colore e luce, tra tradizione e innovazione, rende l’evento un passaggio obbligato per chi desidera cogliere il valore intramontabile della manualità e della sperimentazione poetica. L’organizzazione degli spazi espositivi, inoltre, permette al pubblico di immergersi in un racconto in cui ogni opera rappresenta un capitolo a sé, ma contribuisce alla narrazione complessiva, invitando a riflettere su come l’arte possa creare legami invisibili tra epoche e culture.
Il carattere formativo di questa mostra va ben oltre la semplice ammirazione delle opere. In un periodo storico in cui si sente spesso parlare di “ritorno alle origini” e di rivalutazione delle competenze artigiane, la testimonianza di Niki Berlinguer assume un valore emblematico. I visitatori possono rendersi conto di come la tecnica della tessitura, pur basandosi su gesti antichi, possa ancora esprimere contenuti nuovi e raggiungere esiti inaspettati. Inoltre, l’attenzione alle diverse fasi di lavorazione e la presenza di materiali di studio o bozzetti preparatori (quando inclusi nel percorso espositivo) offrono spunti di riflessione sia per gli esperti del settore sia per chi si avvicina per la prima volta a questa forma d’arte. Osservare da vicino la densità degli intrecci e la regolarità dell’ordito è un invito a considerare l’arazzo come specchio di una sensibilità attenta alla cura del dettaglio e alla pazienza del fare.
“Niki Berlinguer. La signora degli arazzi” costituisce un vero e proprio omaggio all’arte tessile, intesa non solo come elemento decorativo, ma come linguaggio capace di veicolare messaggi complessi e profondi. Le trame, i nodi e i cromatismi degli arazzi esposti richiamano suggestioni vicine alla pittura e alla scultura, offrendo al pubblico un nuovo modo di concepire l’oggetto tessile: da pannello che riveste pareti a opera che risuona con l’animo dell’osservatore, suscitandone l’immaginazione. Per chi desidera comprendere a fondo la storia dell’arazzo e del suo ruolo nella cultura italiana, la mostra rappresenta l’occasione ideale per approfondire tematiche che spaziano dall’iconografia antica alla dimensione architettonica e letteraria, in un dialogo aperto con l’arte contemporanea.
Per gli appassionati e gli studiosi di arte tessile, l’allestimento offre l’opportunità di confrontarsi con un corpus di lavori che evidenzia la forza e la versatilità dell’arazzo. Ogni opera di Niki Berlinguer racchiude un racconto di sperimentazione e dedizione, che emerge chiaramente attraverso i dettagli delle texture e la scelta dei temi iconografici. Questo dialogo fra tecnologia antica e sensibilità contemporanea non può che incuriosire chiunque sia alla ricerca di nuove prospettive sulla manualità e sulla ricerca artistica. La visita diventa, dunque, anche un invito a riflettere sul valore che le arti tessili hanno rivestito nel passato e che continuano a rivestire oggi, soprattutto in un’epoca in cui si riscopre la necessità di oggetti unici e carichi di significato, creati con lentezza e consapevolezza.
Infine, non va trascurata l’integrazione paesaggistica e culturale data dalla Casina delle Civette, che con la sua atmosfera fiabesca e il suo patrimonio di vetrate liberty regala un ambiente di fruizione ideale alle opere esposte. Chi ama l’arte e la storia potrà vivere un momento di vera immersione sensoriale, esplorando i vari livelli di lettura che un arazzo può offrire, dal valore simbolico alla scelta dei materiali, dalla lavorazione artigianale all’apporto estetico di un’opera moderna. L’esposizione rappresenta così un’occasione di crescita culturale e di scoperta di una protagonista che con la sua tensione creativa riesce a traghettare una tecnica antica nel mondo attuale, rendendola più viva che mai.
Opinioni
Condividi la tua esperienza personale con la comunità di ArcheoRoma, indicando su una scala da 1 a 5 stelle, quanto raccomandi "Niki Berlinguer. La signora degli arazzi"
Eventi simili