1 Marzo - 22 Maggio 2022
Dopo più di tre decenni dall’ultima grande esposizione italiana, la Galleria Borghese inaugura la prima mostra dedicata al Maestro del Seicento italiano nell’occasione del felice rientro in galleria del dipinto “Danza campestre” già della raccolta del cardinale Scipione Borghese, poi scomparso nei mercati ottocenteschi e infine acquistato dallo Stato italiano nel 2020.
Il dipinto, dopo il recupero eccezionale, ha palesemente documentato un aspetto poco noto dei lavori dell’artista, e cioé un esplicito richiamo e una sentita ispirazione per la pittura “dal naturale”.
“Danza campestre” un dipinto del 1605 circa, dato per disperso, poi ritrovato sul mercato antiquario londinese come opera di un anonimo bolognese e infine attribuito al Reni, è il fulcro dell’evento e domina dalla Loggia del Lanfranco circondato dai dipinti di Annibale Carracci, Domenichino, Francesco Albani e il fiammingo ma romano di adozione Paul Bril, maestri della pittura paesaggistica nel XVII secolo a Roma.
A mettere in risalto la consuetudine della pittura di paesaggio nella capitale all’inizio del Seicento, sono esposte il Paesaggio con la caccia al cervo di Niccolò dell’Abate, la Festa campestre (1584) di Agostino Carracci, alcune tele di Paul Bril che fanno parte della collezione della Galleria, Paesaggio con Arianna abbandonata e Paesaggio con Salmace ed Ermafrodito (1606-8 c.a), due dei sei paesaggi con storie mitologiche di Carlo Saraceni, già parte della collezione Farnese, provenienti dal Museo e Real Bosco di Capodimonte.
La curatrice della mostra e Direttrice della Galleria Borghese, Francesca Cappelletti, sottolinea il fatto che al catalogo verranno suggeriti itinerari sui luoghi romani di Guido Reni, per consentire ai visitatori di scoprire chiese e musei che conservano altre opere dell’artista.
Il coinvolgimento di Reni per la pittura di paesaggio si può ammirare attraverso l’esposizione di oltre 30 opere. L’influenza dalla natura si manifesta fin dal primo periodo del soggiorno romano dell’artista, il suo entusiasmo per l’antico e per il Rinascimento, il naturalismo di Raffaello, il suo stupore frequentando la pittura di Caravaggio e i rapporti con la famiglia Scipione Borghese.
Nell’esposizione Guido Reni a Roma. Il Sacro e la Natura, quattro imponenti pale d’altare accolgono i visitatori al piano terra nel grande salone d’ingresso: la Crocifissione di San Pietro (1604-5), Davide con la testa di Golia (1605), la Trinità con la Madonna di Loreto e il committente cardinale Antonio Maria Gallo (1603-4 c.a), il Martirio di Santa Caterina d’Alessandria (1606 c.a) e il Martirio di Santa Cecilia (1601). Opere che rivelano la capacità del Reni di trasfondere il Sacro nel vincolo con i suoi committenti.
Nelle sale adiacenti spiccano opere dipinte tra il 1609 e il 1620 di intenso carattere religioso e mitologico: la Strage degli Innocenti (1611) e San Paolo rimprovera San Pietro penitente (1609 c.), Lot e le figlie e Atalanta e Ippomene (1615-20).
Orari:
La visita dura due ore (ad eccezione del turno delle 17.45) e i turni di visita, per un massimo di 180 persone ciascuno, sono ai seguenti orari di ingresso e di uscita: 09.00-11.00; 10.00-12.00; 11.00-13.00; 12.00-14.00; 13.00-15.00; 14.00-16.00; 15.00-17.00; 16.00-18.00; 17.00-19.00; 17.45-19.00
Biglietti:
Intero 13,00 € (ultimo turno € 8,00); ridotto 18-25 anni 2,00 €
I biglietti non sono più disponibili.
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