2 Ottobre - 31 Marzo 2025
MuCiv - Museo delle Civiltà. Piazza Guglielmo Marconi , 8/14
“EUR_Asia” è pronto a stupire i visitatori al Museo delle Civiltà dal 2 ottobre 2024 al 31 marzo 2025. Un itinerario che fonde arte e antropologia, mettendo in risalto la continua relazione fra culture europee e asiatiche. In mostra, manufatti e documenti che rivelano uno straordinario intreccio di storie e sguardi condivisi.
L’evento che si terrà presso il Museo delle Civiltà offre un percorso di profonda suggestione, mettendo al centro l’intenso scambio culturale che, da tempi remoti, collega l’Europa all’Asia. Attraverso reperti archeologici, manufatti d’arte e documenti di alto valore storico, i visitatori scopriranno un mosaico di influenze reciproche e suggestioni incrociate, capaci di gettare luce su alcuni fra i fenomeni più rilevanti della nostra tradizione artistica.
L’obiettivo è far comprendere come le civiltà non siano entità statiche, bensì organismi dinamici, costantemente arricchiti dal confronto con l’alterità. In tal senso, l’esposizione si configura come un racconto per tappe, scandito da sezioni dedicate alla religione, al commercio e alla diplomazia, che evidenziano la densità di un dialogo fra mondi solo apparentemente lontani.
Oltrepassando i confini geografici, il visitatore potrà immergersi nelle testimonianze di incontri avvenuti su rotte carovaniere e vie marittime, comprendendo come oggetti e idee, transitando di mano in mano, abbiano generato un patrimonio culturale condiviso. L’allestimento suggerisce così una riflessione sulla continuità di questo scambio, che dai secoli passati giunge fino a noi, orientando anche la creatività contemporanea.
Le relazioni tra Europa e Asia affondano le proprie radici in secoli di scambi commerciali, diplomatici e culturali. Sin dall’antichità, mercanti e viaggiatori hanno percorso rotte complesse, come l’antica Via della Seta, per avviare contatti che andavano ben oltre il semplice commercio di beni preziosi. Nel corso delle epoche, queste interazioni hanno influenzato non soltanto i rapporti economici, ma anche l’immaginario collettivo e la produzione artistica di entrambe le regioni. Lungo queste traiettorie, si delineavano vicende di commercianti, missionari e avventurieri che, al proprio ritorno, raccontavano di luoghi lontani, usanze sorprendenti e culture affascinanti, favorendo l’emergere di nuove narrazioni e una crescente curiosità reciproca.
Lungo i secoli, l’interazione tra Occidente e Oriente non è sempre stata serena: ai fertili scambi di idee e manufatti si accompagnavano anche momenti di tensione e di scontro. Basti pensare alle campagne di conquista di Alessandro Magno, che, pur segnando l’ingresso del mondo greco in regioni lontane, alimentarono pure conflitti locali e trasformazioni politiche radicali. Allo stesso tempo, periodi di tolleranza e integrazione hanno favorito un’osmosi di stili architettonici, religiosi e culturali.
Le testimonianze sparse fra i documenti d’archivio e gli oggetti d’arte raccontano dunque un rapporto complesso, con zone di luce e ombra, ma sempre in evoluzione. All’interno di tale cornice storica, la mostra si propone di presentare i momenti di intersezione più significativi, mostrando come ogni conflitto o alleanza abbia contribuito a ridisegnare la fisionomia delle due aree geografiche.
Molti degli oggetti esposti provengono da collezioni internazionali e includono ceramiche, gioielli, strumenti musicali, abiti e manoscritti che dimostrano la vivacità degli antichi contatti fra continenti. Alcune di queste opere non erano mai state presentate al pubblico romano, e la loro esposizione getta nuova luce sulle vicende che plasmarono le rotte del commercio. Ad esempio, la presenza di sete e porcellane cinesi in contesti europei testimonia non solo la fama di cui godevano i manufatti asiatici, ma anche l’abilità diplomatica di re e imperatori nel tessere relazioni di scambio. In parallelo, gli oggetti di ispirazione europea conservati in collezioni asiatiche indicano la volontà di appropriarsi di tecniche, simboli e codici stilistici di un mondo percepito come distante, ma dalle potenzialità straordinarie.
Con il passare dei secoli, gli influssi reciproci tra Europa e Asia hanno trovato nuove forme di espressione, dando vita a inedite sintesi stilistiche. L’arte islamica, ad esempio, si è confrontata con i modelli classici mediterranei, generando correnti artistiche di grande raffinatezza. Nel Rinascimento, l’arrivo di spezie e tessuti orientali in città italiane come Venezia non solo ravvivava i mercati, ma arricchiva anche l’iconografia dei pittori che rappresentavano le suggestioni esotiche.
Nell’epoca moderna, l’apertura dei confini e la crescita dei mezzi di comunicazione hanno reso più immediato lo scambio di idee, consentendo a nuove generazioni di artisti di confrontarsi con strumenti e tecniche provenienti dall’altro capo del mondo. In questa spirale di continue trasformazioni, il passato risuona come un background imprescindibile per l’arte contemporanea, che spesso rievoca tali contaminazioni.
Da questa prima panoramica, emerge con evidenza la straordinaria complessità del dialogo tra i due estremi del continente eurasiatico. Non si tratta soltanto di un dialogo fra grandi imperi o di una sequenza di conflitti, ma di una tessitura fitta e molteplice, in cui ogni epoca ha aggiunto un tassello nuovo alla costruzione di identità ibride. La mostra offre l’opportunità di contemplare tracce materiali che cristallizzano tale intreccio plurisecolare, aprendosi al pubblico come spazio di osservazione e riflessione su una storia condivisa, che ancora oggi ispira la creazione artistica e la ricerca culturale.
Al centro dell’allestimento intitolato “EUR_Asia”, si colloca il desiderio di mettere a fuoco quei momenti nodali in cui Europa e Asia hanno riconosciuto l’importanza di un reciproco avvicinamento. La mostra è stata concepita come un itinerario tematico che, attraverso documenti, reperti archeologici e opere d’arte, accompagna lo spettatore in un viaggio cronologico e geografico. Gli spazi del Museo delle Civiltà offrono un contesto ideale, data la ricca collezione di manufatti provenienti da diverse parti del mondo, che testimoniano la lunga vocazione dell’istituzione a valorizzare e studiare le culture extraeuropee.
Il progetto curatoriale intende superare l’idea di un semplice confronto tra Oriente e Occidente, proponendo invece una lettura trasversale dei fenomeni culturali. Gli studiosi coinvolti hanno lavorato a stretto contatto, mettendo in rete competenze provenienti da settori diversi: dall’antropologia storica all’archeologia, dalla storia dell’arte comparata alla filologia. Tale approccio interdisciplinare ha permesso di tracciare connessioni inaspettate e di evidenziare come le espressioni artistiche siano spesso il frutto di incontri e contaminazioni. Il fine ultimo non è soltanto fornire uno sguardo retrospettivo, ma anche suggerire riflessioni attuali sulla natura dinamica delle identità culturali.
I visitatori potranno esplorare diverse sezioni, ciascuna organizzata intorno a un tema principale, come la religione, il commercio, la diplomazia e le arti decorative. In ognuna di queste tappe, l’esposizione mette in rilievo oggetti specifici che fungono da snodi narrativi: una statua buddhista in stile greco-buddhista della regione del Gandhara, ad esempio, racconta l’incontro tra l’iconografia ellenica e la spiritualità indiana. Oppure un prezioso cofanetto in lacca giapponese, giunto nelle corti europee grazie alle rotte marittime, testimonia la passione dei collezionisti occidentali per l’arte nipponica. Questi oggetti, e molti altri, servono a dimostrare come la produzione artistica sia intimamente connessa al contesto storico e politico in cui si sviluppa.
Nell’ambito della mostra, risulta centrale il lavoro di catalogazione, conservazione e ricerca svolto dal Museo delle Civiltà per garantire la corretta fruizione delle opere e la loro tutela. Gli esperti hanno allestito apparati didattici e multimediali per facilitare la comprensione dei contenuti e per suggerire approfondimenti, in modo che ciascun visitatore possa costruire un proprio itinerario di visita. In parallelo, l’esposizione celebra l’apertura del Museo verso nuove prospettive: la volontà di ampliare la sezione dedicata alle arti e alle culture asiatiche trova in questo progetto una concreta realizzazione. Questa iniziativa, infatti, si inserisce in un più ampio programma di rinnovamento strutturale e intellettuale, che mira a far convergere riflessione scientifica e divulgazione.
Il tentativo è dunque quello di offrire un’esperienza immersiva, che metta in dialogo il passato e il presente, i capolavori dell’arte antica e le suggestioni dell’arte contemporanea. Sebbene l’approccio sia profondamente scientifico e critico, la fruizione risulta accessibile anche a un pubblico non specializzato, grazie a un’accurata scelta di linguaggi e a percorsi narrativi intuitivi. In tal modo, “EUR_Asia” si pone come un’occasione privilegiata non solo per ammirare opere uniche, ma anche per comprendere meglio i processi storici che hanno plasmato la nostra percezione dell’alterità. Lo spirito dell’esposizione riflette un impegno costante: quello di creare ponti tra discipline, culture e periodi temporali, illuminando i fili che ci uniscono e raccontando storie condivise che spesso sfuggono a uno sguardo distratto.
Nonostante l’esposizione si presenti come un’opera corale, frutto della collaborazione di diversi studiosi, la figura centrale che ha ideato il concept curatoriale è il critico d’arte e antropologo Giancarlo Bianchi. Conosciuto per i suoi studi sulle contaminazioni fra tradizioni europee e orientali, Bianchi ha investito anni di ricerca sul campo, viaggiando in India, Cina e Giappone, nonché in diversi paesi del Medio Oriente, per comprendere a fondo l’evoluzione del pensiero artistico lungo le antiche vie di scambio. Le sue pubblicazioni, accolte con grande interesse dalla comunità scientifica, spaziano dall’analisi delle miniature persiane all’influenza dell’arte buddhista sull’iconografia cristiana tardo-medievale.
Formatosi tra l’Università La Sapienza di Roma e alcune delle più prestigiose istituzioni accademiche estere, Bianchi ha sempre sostenuto l’importanza di un approccio integrato, in grado di coniugare l’indagine archeologica con la lettura antropologica. L’obiettivo è cogliere i significati simbolici dell’opera d’arte, oltre le mere categorie estetiche, per restituire un quadro più complesso delle interazioni culturali. Secondo Bianchi, comprendere come si costruiscono i simboli e come questi vengono recepiti in contesti storici diversi è la chiave per apprezzare la ricchezza del patrimonio artistico mondiale. Nel percorso espositivo, tale concezione traspare chiaramente dall’organizzazione tematica, che accosta reperti e documenti provenienti da epoche distanti, ma accomunati da concetti analoghi di sacralità, potere e identità.
Oltre alle solide basi storiche, l’approccio di Bianchi si distingue per l’attenzione rivolta all’epoca contemporanea. L’arte globale di oggi riflette, spesso in maniera diretta, le stratificazioni ereditate dai secoli di contatti e scambi tra Europa e Asia. Pittori, scultori, performer e artisti digitali attuali si confrontano con modelli figurativi lontani dalla propria tradizione, rielaborandoli in maniera originale. Bianchi sostiene che questo fenomeno di ricombinazione di linguaggi costituisca uno degli aspetti più fertili e stimolanti della produzione contemporanea, poiché testimonia la vitalità e l’adattabilità del concetto di identità artistica. In mostra, saranno quindi presenti alcuni riferimenti a opere recenti che, pur non essendo esposte fisicamente, verranno illustrate attraverso supporti multimediali e schede di approfondimento, nell’ottica di connettere passato e presente.
Secondo Bianchi, la grande lezione trasmessa dal dialogo euroasiatico è che l’arte è un linguaggio per sua natura aperto: si arricchisce nel confronto con l’alterità, assumendo sfaccettature nuove e inaspettate. Questo vale tanto per i manufatti antichi, che testimoniano un’ibridazione di stili già in epoche remote, quanto per la creatività del presente, che attinge da fonti culturali globali per dare forma a espressioni originali. Il curatore sottolinea dunque l’importanza di mantenere vivo un dibattito scientifico e culturale su questi temi, coinvolgendo istituzioni, università e operatori del settore. Il futuro della ricerca, a suo avviso, risiede nella capacità di rileggere costantemente i fatti del passato con occhi nuovi, creando condizioni in cui l’arte continui a essere un terreno privilegiato di incontro e scambio.
Avere una personalità come Bianchi alla guida di un’iniziativa di tale portata rappresenta un valore aggiunto per l’intero progetto, in quanto garantisce uno sguardo interdisciplinare e una profonda sensibilità verso i temi dell’universalità e della specificità culturale. La volontà di comunicare con un vasto pubblico, unita alla determinazione nel condurre ricerche su fonti poco conosciute, fa di lui un interprete ideale di una visione dell’arte come ponte tra saperi e mondi differenti, destinati a evolversi di pari passo con il nostro modo di concepire il rapporto tra individuo e collettività.
Visitare questa mostra costituisce un’occasione straordinaria per addentrarsi nei territori in cui arte e antropologia si fondono, offrendo uno spaccato affascinante sui processi storici, sociali e simbolici alla base dell’incontro fra le civiltà. L’allestimento, organizzato nei moderni ambienti del Museo delle Civiltà, rimarrà aperto al pubblico dal 2 ottobre 2024 al 31 marzo 2025, periodo che copre un’ampia finestra temporale per consentire la visita sia a chi risiede in città sia a coloro che viaggiano da lontano. La presenza di apparati illustrativi, didascalie e postazioni interattive rende l’esperienza fruibile in modo graduale, assecondando i tempi di esplorazione di ogni singolo visitatore.
Il percorso è stato suddiviso in segmenti tematici, ciascuno dei quali affronta uno specifico aspetto del dialogo fra Europa e Asia. Attraversando le sale, si possono ammirare esempi di arte religiosa che documentano la diffusione di simboli e iconografie comuni, come la foglia di loto o la rappresentazione del drago, reinterpretati in chiave cristiana, islamica o buddhista. Un altro settore si concentra sulle rotte commerciali e sui manufatti di lusso che hanno viaggiato per terra e per mare, influenzando i gusti e gli stili di corte. Le sezioni successive mettono in luce, invece, il ruolo decisivo svolto dalla diplomazia, con testimonianze di trattati e ambascerie, e l’effetto di alcune grandi guerre, che, per quanto drammatiche, non hanno mai interrotto del tutto lo scambio di idee.
In ogni sezione, gli organizzatori hanno scelto di esporre alcuni oggetti particolarmente emblematici, dotati di un forte potere evocativo. Si tratta di reperti la cui storia racchiude in sé i molteplici significati di questo incontro culturale. Per esempio, una delicata coppa di porcellana cinese, decorata con motivi floreali turchi, rappresenta un caso di fusione fra tecniche artigianali e schemi ornamentali distanti. Allo stesso modo, un tappeto persiano realizzato su commissione di una nobile famiglia italiana rivela come gli artigiani orientali fossero pronti a integrare simboli araldici occidentali nelle loro opere. Tali scelte museografiche invitano il pubblico a interrogarsi sulla natura ‘trasversale’ dell’arte, che supera i confini politici e geografici per riflettere le aspirazioni più profonde di una collettività.
Non si tratta però di limitarsi a un ammirevole repertorio di oggetti antichi: l’esposizione guarda anche ai riflessi contemporanei del fenomeno. La globalizzazione ha intensificato i contatti e le migrazioni di persone, idee e prodotti, rinnovando e moltiplicando forme di espressione che traggono origine da fonti molteplici. Nell’allestimento, alcuni pannelli esplicativi e installazioni interattive mostrano come le nuove generazioni di artisti, con radici culturali ibride, stiano elaborando linguaggi inediti, capaci di ridefinire il panorama estetico attuale. Quest’attenzione al presente rende la mostra un’occasione per confrontare storie passate e trasformazioni in atto, cogliendo le traiettorie future verso cui si muove l’arte mondiale.
In un contesto in cui spesso si parla di “scontro di civiltà”, l’esposizione offre invece un’inedita narrazione di intrecci e collaborazioni, ricordandoci che gran parte del nostro quotidiano è frutto di eredità lontane. Dai tessuti colorati che abbelliscono le nostre case agli strumenti musicali dalle sonorità esotiche, passando per l’uso di spezie esotiche nella cucina europea, tutto testimonia un confronto costante con mondi altri. Un viaggio tra le sale del Museo permette di ampliare il nostro sguardo e di contestualizzare oggetti che spesso diamo per scontati, svelando storie affascinanti di migrazioni culturali.
Avvicinarsi a “EUR_Asia” significa quindi intraprendere un itinerario mentale, oltre che fisico, nei crocevia che hanno plasmato la storia. L’allestimento riflette un delicato equilibrio fra narrazione e riflessione, fra interesse scientifico ed esperienza estetica. Ogni sala propone un racconto, ogni reperto diventa un tassello di un mosaico più ampio, in cui le linee che separano l’Europa dall’Asia si rivelano più sfumate di quanto comunemente si pensi. Partecipare a questa iniziativa consente di scoprire come gli influssi reciproci siano stati decisivi per lo sviluppo di discipline come l’astronomia, la medicina e la filosofia, e di percepire quanto l’identità dei popoli sia modellata da un continuo processo di elaborazione e risignificazione dell’alterità.
Scegliere di visitare il Museo delle Civiltà in questo periodo significa anche sostenere uno spazio che, con rigore e passione, ha scelto di farsi promotore di un dialogo fra epoche e culture. La programmazione è ricca di iniziative collaterali, quali conferenze, seminari e workshop, tenuti da esperti del settore, pensati per favorire un dibattito costruttivo e alimentare la curiosità dei visitatori. Benché i dettagli di tali appuntamenti non siano inclusi in questa presentazione, resta chiaro come il museo miri a offrire un’esperienza totalizzante, in cui l’incontro con le opere d’arte diventa un punto di partenza per un’esplorazione più vasta e profonda del nostro rapporto con la storia.
In un’epoca caratterizzata da continui processi di globalizzazione, la consapevolezza delle comuni radici culturali si rivela di cruciale importanza. “EUR_Asia” presenta, con lucida chiarezza, il valore aggiunto di guardare all’arte come veicolo privilegiato di conoscenza e consapevolezza collettiva, ricordandoci che ogni oggetto, ogni simbolo e ogni stile è il frutto di una storia di persone, viaggi e trasformazioni. L’esperienza di visita diventa allora una forma di viaggio interiore, dove il passato offre chiavi di lettura per comprendere il presente e, soprattutto, per immaginare un futuro in cui i ponti tra popoli non vengano mai meno.
In definitiva, la mostra si propone di valorizzare la dimensione storica dei rapporti fra Europa e Asia, non per cristallizzare tali legami in un passato remoto, ma per evidenziare la continuità di un dialogo in perenne mutamento. Dal fascino esercitato dalle spezie orientali nel Medioevo all’interesse per la filosofia orientale nella cultura contemporanea, ogni epoca ha trovato nella pluralità delle voci un terreno fertile per evolvere. Fra reperti millenari e sguardi sul presente, “EUR_Asia” apre dunque prospettive nuove a chiunque voglia avventurarsi tra le meraviglie di una storia condivisa, custodita da generazioni e destinata a rinnovarsi con l’apporto di chi, oggi, continua a creare ponti e intrecciare narrazioni fra mondi apparentemente distanti, ma uniti da una comune ricerca di bellezza e conoscenza.
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